Testo quasi inedito, scritto in dialetto veneziano e poi in lingua italiana con il titolo "I Mercatanti" nel 1754. Il tema principale è il conflitto tra padre e figlio: Pantaloncino sta dilapidando la fortuna di famiglia con affari illeciti, il padre Pantalone, disperato, per salvare il figlio si ritrova pieno di debiti. Viene salvato dal fallimento da un mercante olandese, Raimund, ospite in casa sua e innamorato della figlia Beatrice. La nipote di Raimund, Giannina, giovane erudita, dichiara il suo amore a Pantaloncino e lo riporta sulla retta via. Lo spettacolo attinge più alla Commedia dell'Arte che al teatro goldoniano, infatti tutti gli attori portano maschere realizzate da Giorgio De Marchi. Un gioco surreale su una vicenda per molti versi contemporanea: i padri che per i figli si farebbero ammazzare, e i figli, talmente protetti che non sanno cos'è la vita, l'educazione, l'amore. Il tutto trattato con ironia, a mò di comici dell'arte.
|