Si gioca sul filo di lana fra TeatroDrao/TeatroTre di Ancona, Teatro del Corvo di Padova e La Corte dei Folli di Cuneo la volata finale dell'edizione numero 32 della "Maschera d'Oro", certamente la più complicata nella storia del Festival nazionale firmato dal Comitato veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA), ripresa il 25 febbraio scorso da dove si era interrotta nel 2020, per lo scoppio della pandemia, dopo che solo tre dei sette spettacoli in finale erano andati in scena. Al suo fianco, come partner, Regione del Veneto, Amministrazione Provinciale di Vicenza, Comune di Vicenza, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato Imprese Vicenza, che con il suo "Faber" permetterà alla compagnia vincitrice del Festival di esibirsi per una sera, il prossimo giugno, sul palcoscenico del palladiano Teatro Olimpico.
A contendersi il gradino più alto sono dunque la compagnia marchigiana per "Equus" di Peter Shaffer, con la regia di Davide Giovagnetti, quella veneta per "Tre sull'altalena" di Luigi Lunari, con la regia degli stessi interpreti Gianfranco Ara, Federico Barlani e Alessandro Rossetto, e la formazione piemontese, ancora con un testo di Lunari: "Nel nome del padre", per la regia di Stefano Sandroni.