Raccontano ancora oggi i nostri nonni che molto tempo fa, nel paese di Vattelapesca, si verificarono dei fatti strani che turbarono la tranquilla vita dei paesani. Un bel giorno, dalla palude vicino al mulino di Mario, il mugnaio, si cominciò a sentire degli strani versi e si videro per terra della strane impronte. Dapprima nessuno gli diede particolare peso perché si diceva che si trattasse della maledizione di una zingara passata da quelle parti ma, dopo che anche gli animali domestici iniziarono a sparire, tutti cominciarono seriamente a preoccuparsi. Anche il sindaco era molto preoccupato soprattutto perché, nelle notti di luna piena, le acque del fiume si ghiacciavano e la ruota del mulino rimaneva bloccata per giorni e non si poteva macinare la farina per il pane. Gli unici che non si curavano di questi fatti erano quei ladruncoli incalliti di Anselmo e Bortolo che per l'ennesima volta tentavano, senza successo, di rubare al mulino. Nonostante fossero state messe delle guardie per capire di cosa si trattasse, nessuno riuscì mai a scoprire di quale creatura si trattasse tanto che, per non sapergli dare un nome, la gente lo chiamava Chi-sai-tu.
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