Wednesday 04 Dec 2024

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N.C.T. 'A Fenesta di San Donà di Piave

Anno di fondazione: 1990
Presidente: Giovanni Maimone
Indirizzo: Via G. Mameli, 9 - 30027 S. Donà di Piave (Ve)
Telefono: 0421 43259 - 335 1278073
Facebook: -
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Sito web: www.afenesta.com
Referenti: Domenico Randolo - 348 3329093 - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Spettacoli disponibili


NON TI PAGO
di Eduardo De Filippo

Regia di Domenico Randolo

Tipo di teatro: comico, dialetto napoletano

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È la commedia più adatta per divertire ancora una volta il pubblico e magari ispirarlo, con nuovi "segreti" riportati nella stessa commedia, a giocare e a vincere. Ferdinando Quagliuolo ha ereditato il fatale "banco 'e lotto" dal padre Don Saverio, l'onnipotente fantasma, la cui apparizione onirica come dispensatore di numeri, attribuirà alla commedia la fisionomia paradossale di un contenzioso spirito-giuridico sulla proprietà legittima dei sogni. Ferdinando, doppiamente colpito dalla vincita straordinaria del suo fortunatissimo impiegato (Bertolini) e dalla pretesa di costui di diventare suo genero, si impadronisce del fatale biglietto e si rifiuta di pagare. La sua "pazzia" cresce man mano che la commedia va avanti, lo porta a scontrarsi con l'intera famiglia; quel biglietto è suo di diritto: il padre Don Saverio, ha dato in sogno i numeri vincenti a Bertolini, convinto di trovare nella camera, un tempo sua, il figlio Ferdinando. Un'avventura strana, che non a caso si risolverà alla fine del secondo atto: dopo che "l'Anatéma" lanciato da Ferdinando avrà sortito i suoi catastrofici, tragicomici, effetti sullo stesso Mario Bertolini, diventato sfortunato. Anche in quest'opera il pranzo diventa metafora del teatro; il tutto poi si risolve intorno ad un piatto di spaghetti, ma con un "colpo di scena".

NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo De Filippo

Regia di Domenico Randolo

Tipo di teatro: tragicomico, dialetto napoletano

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Scritta nel 1931 per poi essere rielaborata nel 1943, "Natale in casa Cupiello" è forse la commedia alla quale Eduardo ha rivolto più attenzioni, evidenziando il culto del presepe. Luca Cupiello, appena sveglio, comincia a lavorare per allestire il "Presepio", felice metafora della sua evasione dalla realtà verso l'invenzione infantile, che riguarda proprio il mito cristiano della buona famiglia. Ma la realtà rovescia questo mito: la moglie, da lui accusata di essere "la rovina della casa", assorbe le questioni familiari fino all'esasperazione; il figlio ostinatamente reagisce negando i valori paterni di solidarietà e d'approvazione; la figlia rivela violentemente la disgregazione della sua famiglia, la fine dell'amore per il marito, la presenza di un amante. Luca non resiste allo scontro con la realtà e reagisce al crollo del suo mito familiare con la malattia, l'immobilità, il silenzio, la volontaria ricerca dell'assenza e della morte. Infine, con un rovesciamento umoristico che sembra essere l'ultima parola sul valore della fedeltà coniugale, Luca benedice involontariamente l'unione della figlia con l'amante.

FILUMENA MARTURANO
di Eduardo De Filippo

Regia di Domenico Randolo

Tipo di teatro: brillante, dialetto napoletano

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Eduardo considerava questa commedia come "la più cara delle sue creature" e in effetti è quella che ha commosso di più le platee di tutto il mondo per l'umanità e la drammaticità dei temi toccati. La scena si apre su Filumena, ex prostituta e Domenico Soriano. Domenico è furioso perché è stato appena costretto a sposare la donna, sua convivente da molti anni, che si è finta in punto di morte. Filumena rivela a Domenico la ragione del suo gesto: dare un cognome ai suoi tre figli di cui aveva sempre taciuto l'esistenza. Domenico, che intende sposare Diana, l'infermiera che ha assistito Filumena durante la sua finta malattia, affida all'avvocato Nocella lo scioglimento del matrimonio. Filumena confessa a Domenico che uno dei tre ragazzi è suo figlio, ma non intende rivelargli quale per non danneggiare gli altri. Inizia così la lenta trasformazione di Domenico alla vana ricerca dell'identità di suo figlio.

QUESTI FANTASMI!
di Eduardo De Filippo

Regia di -

Tipo di teatro: drammatico

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In un appartamento di un palazzo secentesco vengono ad abitare Pasquale Lojacono e la giovane moglie Maria. All'insaputa di Maria, Pasquale ha un accordo con il proprietario, per cui, in cambio dell'alloggio, dovrà sfatare le dicerie sull'esistenza di fantasmi nella casa. Suggestionato dai racconti del portiere, Pasquale si imbatte in Alfredo, amante della moglie, e lo scambia per un fantasma. Con il suo dirimpettaio, il professor Santanna, silenzioso e invisibile testimone di ciò che accade in casa, intrattiene intanto lunghi monologhi. I regali di Alfredo consentono alla coppia un certo benessere e Pasquale, sentendosi beneficiato dal fantasma, non si pone troppe domande. Non sopportando più l'equivoca connivenza dimostrata dal marito, Maria decide di fuggire con Alfredo, ma i suoi familiari si recano da Pasquale per denunciare l'adulterio e vengono a loro volta scambiati per fantasmi. Alfredo si riconcilia con la moglie e Pasquale, senza donazioni, è in difficoltà: quando rincontra Alfredo, desideroso di riabbracciare Maria, lo riconosce come "fantasma" e gli rivela il suo amore per la moglie e la pena di non poterle assicurare una vita dignitosa. Alfredo, commosso da quelle parole, sta al gioco e regala a Pasquale il denaro desiderato.

NAPOLI MILIONARIA!
di Eduardo De Filippo

Regia di -

Tipo di teatro: melodramma

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Gennaro Jovine, povero abitante di un "basso" napoletano, durante la guerra, assiste impotente alla borsa nera che la moglie Amalia e i figli fanno per sopravvivere, e, durante un sopralluogo della polizia, è costretto a fingersi morto per non far scoprire la merce. Gennaro viene fatto prigioniero e Amalia intrattiene un'amicizia, non solo d'affari, con il giovane Errico Settebellizze, mentre la figlia Maria Rosaria rimane incinta di un soldato americano, e il figlio diventa ladro d'auto. Gennaro ritorna improvvisamente dalla prigionia, mentre tutto il vicolo festeggia a casa sua il compleanno di Errico. Nell'euforia generale nessuno vuole ascoltare le sue vicende. Gennaro abbandona il pranzo e va a vegliare Rituccia, la figlia più piccola, gravemente ammalata. A fornire la medicina giusta sarà il ragionier Spasiano, a cui Amalia, con la borsa nera, ha tolto ogni bene: "ha da passà 'a nuttata" per superare la crisi di Rituccia, della famiglia, di Napoli