Nei tre atti unici Anton Čechov ci offre un quadro della società russa di fine ottocento, ritraendo ambienti cittadini e provinciali, il mondo della burocrazia impiegatizia e quello dei proprietari terrieri. Sono tre "scherzi" di intonazione umoristica, pieni di scoppiettanti arguzie, di imprevisti e di rapidi cambiamenti; vi è evidente la geniale capacità di cogliere gli aspetti peculiari di ogni carattere. Il nostro allestimento ripropone le atmosfere sonnacchiose della campagna russa e la rete vischiosa dell'apparato zarista. Abbiamo operato alcuni cambiamenti, trasportando dal maschile al femminile un servo ed un padre, entrambi personaggi del mondo rurale. Ne "La domanda" siamo immersi in un'atmosfera grottesca, in cui agiscono tre caratteri: l'apprensivo Lomov, la sdolcinata Ciubukova e Natalia, nubile attempata, smaniosa di convolare a nozze. Sono tutti e tre ostinati, puntigliosi ed irascibili e l'apparente felice conclusione è in realtà la testimonianza di una vita coniugale destinata a barcamenarsi fra incomprensioni e litigi. Ne "L'anniversario" il vanesio direttore di banca Scipucin viene travolto dalla logorroica, sciocca e frivola moglie Tatiana e dalla tetragona postulante Merciutkina, pronta a qualsiasi sotterfugio pur di ottenere quanto pretende. Accompagna questi tre personaggi il burbero ragioniere Chirin, inutilmente intento a completare il suo lavoro e motore impazzito del parossistico finale. "L'orso" è sostenuto da un dialogo vivacissimo; ritroviamo, nei tre personaggi che animano la storia, la fragilità e l'evanescenza dei proponimenti umani, il diritto della natura e della vita - superiore ad ogni proposito - la saggezza di chi ha vissuto a lungo.
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