La storia è situata nel piccolo villaggio di Kulyenchikev, in Ucraina, verso la fine del XIX secolo, dove giunge Leon Stepanovich Tolchinsky, maestro di scuola, entusiasta del nuovo lavoro: educare Sophia Zubritsky. Ma Leon, molto presto, viene a sapere che c'è una maledizione che incombe sul villaggio che rende tutti stupidi, compresa la dolce e ingenua Sophia. Giochi di parole e non sensi ben congegnati, colpi di scena ed esilaranti situazioni rendono lo spettacolo pienamente godibile, anche per i rimandi allegorici alla nostra attualità.

Commedia garbata e arguta per il susseguirsi travolgente di invenzioni. Un cameriere, improvviso erede di una fortuna, vuol tener fede al contratto di lavoro e in seguito a questo evento si avvicendano eccentriche caricature, spesso assurde e grottesche ma dalla carica di felice comicità. Tuttavia, e nonostante tutto, c'è un forte richiamo al linguaggio nobile del cuore, tale da far dire all'Autore stesso in uno dei suoi aforismi: "Spesso si parla dell'illusione di quelli che amano, ma sarebbe meglio parlare della cecità di chi non ama."