Friday 27 Dec 2024

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Teatris di Marostica

Anno di fondazione: 2006
Presidente: Denis Dalla Palma
Indirizzo: Via Pizzamano, 17 - 36063 Marostica (VI)
Telefono: -
Facebook: Teatris
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Sito web: -
Referenti: Denis Dalla Palma - 3333239609

Spettacoli disponibili


ZIO VANJA
di Anton Pavlovič Čechov

Regia di Maurizio Panici

Tipo di teatro: drammatico

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È uno dei testi più importanti e rappresentati del grande autore russo A. Cechov che ha segnato in maniera indelebile la drammaturgia del novecento e la nascita del teatro moderno. Una grande rappresentazione del mondo attraverso l'affresco di una piccola società di persone legate da relazioni parentali dirette e/o acquisite. Costellazioni familiari che muovono i desideri, le mancate realizzazioni e le aspettative di una comunità, confinata all'interno di una proprietà, collocata ai margini della società e dei cambiamenti di un tempo che segnerà la fine delle loro relazioni. Vanja è l'eroe di un quotidiano sbiadito e privo di ambizioni, che provoca insoddisfazioni e rabbia per una condizione alla quale non sa reagire attivando un processo autodistruttivo che non riesce ad evolvere e a cambiare. Tutti gli abitanti della casa vivono del riverbero di questa incapacità a liberarsi e ne portano i segni nei visi e nei gesti, la matriarca Mar'ia... ingabbiata in una visione utopica e irreale della società cerca di mantenere una forma familiare ormai desueta, la giovane Sonja nutre speranze che non troveranno realizzazione, la bella Helena, oggetto delle attenzioni di Astrov e di Vanja soffocata dal rapporto con l'ipocondriaco Alexander (Il Professore) cerca la fuga da questa situazione claustrofobica. Su tutti governa lo sguardo paziente e umile della governante e balia che osserva il progressivo disfacimento della "famiglia". Gli echi di questo spettacolo sono purtroppo a noi suoni conosciuti; giovani privati del futuro, uomini incapaci di vivere in un presente sempre più difficile da decodificare, donne che si impegnano nel disegnare un mondo nuovo ma al contempo sono oggetto di pressioni e desideri di maschi che non conoscono l'amore, tutto troppo reale in un tempo come quello che stiamo attraversando.

IL BURBERO BENEFICO
di Carlo Goldoni

Regia di Maurizio Panici

Tipo di teatro: commedia

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Il "Burbero benefico" (anche conosciuto come "Il burbero di buon cuore") fu originariamente scritto dal Goldoni in francese (titolo originale "Le bourru bienfaisant"), e fu rappresentato per la prima volta a Parigi il 4 Novembre 1771: il più eclatante (e forse unico) successo goldoniano d'oltralpe. Ne è stata rappresentata, in anni diversi, anche una versione lirica su libretto di Lorenzo Da Ponte. Straordinaria commedia di caratteri, Goldoni usa il gioco degli scacchi come potente metafora del gioco della vita. I personaggi si muovono letteralmente su una scacchiera anticipando le mosse che il grande autore assegna loro nella schermaglia che vede i due giovani innamorati (Angelica e Valerio) e il loro destino, alle prese con il mondo dei "grandi" intenti a risolvere problemi finanziari e sociali che poco hanno a che fare con l'Amore. Un allestimento pensato in esclusiva per il centenario della partita a scacchi di Marostica e un grande omaggio al gioco degli scacchi come metafora del gran gioco della vita.

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ
Carlo Goldoni

Regia di Maurizio Panici

Tipo di teatro: commedia

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È uno dei grandi capolavori di Carlo Goldoni rappresentato per la prima volta a Mantova nel 1750 e poi con grande successo a Venezia per ben dodici repliche. La storia si svolge dal mattino al tramonto di un giorno di Carnevale ed è collocata in una piazza dove pulsa il cuore della città. Protagonisti della vicenda sono un gestore di Caffè (molto in voga in quei tempi) un nobile napoletano decaduto due giovani cavalieri le rispettive mogli un servo furbo. Uno spaccato (come lo definisce lo stesso autore) di una comunità che si ritrova a specchiarsi nei vizi e nelle virtù di una società in trasformazione. Il progetto trova in Marostica la sua collocazione ideale... la stessa città fa da cornice scenografica d'eccezione all'azione teatrale.
Il racconto viene riportato per alcuni personaggi (in particolare quelli popolari) alla lingua d'elezione, recuperandone così lo spirito originario. Il primo soggetto, infatti, fu scritto nel 1736 in lingua veneta e poi trasportato nella lingua toscana da Goldoni per una maggiore fruibilità. Il nostro spettacolo coniuga la lingua originaria con i caratteri e la lingua dei "foresti", per una rappresentazione che mantiene forti tradizioni ma proiettata in una dimensione più ampia così come è sempre accaduto in una città speciale ed unica come Venezia. Un punto di forza indiscutibile è il "caffè" bevanda che proprio quel marosticense illustre che risponde al nome di Prospero Alpini contribuì alla conoscenza e alla diffusione prima in Venezia e poi in tutta Europa, la prima "Botega da Caffé "aprì in piazza S. Marco nel 1683 e divenne da subito uno dei luoghi più frequentati dalla gente di tutte le classi sociali. Uno spettacolo che ritrova tutta la sua forza in un palcoscenico d'eccezione come la città di Marostica.

ASPETTANDO GODOT
di Samuel Beckett

Regia di Maurizio Panici

Tipo di teatro: drammatico, teatro dell'assurdo

Aspettando Godot è senza dubbio la più celebre opera teatrale di Samuel Beckett nonché uno dei testi più noti del teatro del Novecento. Parlarne, dunque, è molto difficile. Pressoché impossibile dire qualcosa di nuovo, considerata la quantità di pagine critiche che sono già state prodotte intorno a questa opera.
Non resta quindi che tracciare una sintesi critica, consapevoli che non si innoverà il corpus interpretativo già esistente, ma con la speranza, almeno, di mettere in guardia contro le più facili (e spesso erronee) chiavi di lettura. Se chiedete ad una persona digiuna di teatro che cosa è Aspettando Godot è molto probabile che otteniate comunque una qualche risposta. Vi verrà detto che è la storia di qualcuno che alla fine non arriva.
La prima trovata scandalosa del capolavoro beckettiano è questa: il protagonista è assente. Ma si tratta di una trovata, appunto geniale, però, tanto che anche chi non ama il teatro ricorda questo particolare. Se l'idea fosse stata tutta qui, tuttavia Aspettando Godot non avrebbe fatto molta strada.
La seconda cosa che probabilmente vi dirà questa persona interrogata su Godot è che si tratta di un'opera che fa parte del teatro dell'assurdo. Vero.
Ma cosa c'è di così assurdo in Aspettando Godot?