Nella tranquilla parrocchia di Borgosole, Don Lino, un arciprete dal cuore grande, guida la comunità con semplicità e dedizione. La sua quiete è turbata quando i futuri coniugi Letizia e Rosanna tentano, con modi suadenti, di impossessarsi del terreno dietro la chiesa, caro alla comunità. Don Lino, determinato a difendere quel pezzo di terra, trova alleati insospettabili nel pittoresco borgo.
Tra i personaggi spiccano la perpetua Dina, pettegola e comica, il campanaro Tonino, distratto ma devoto e Ave, una parrocchiana unica nel suo genere. A complicare il tutto ci sono la timoratissima signora Lucia e il sindaco Cavalieri, sempre in contrasto con Don Lino, e due figure insolite: Lina, la prostituta del paese, e Gianna, la tipografa scanzonata, coinvolte dall'arciprete in un piano sorprendente. Tra battibecchi, equivoci e alleanze inattese, Don Lino cerca di sventare il piano dei due furfanti.
La commedia in due atti con un crescendo di tensione e comicità, mette in luce le contraddizioni e le virtù di una comunità che, alla fine, si stringe attorno ai valori della fede e della solidarietà.

C'erano una volta, ai tempi della Roma dei Cesari, Claudio e Messalina: l'imperatore anziano, zoppo e balbuziente e la sua giovane, scaltra ed esuberante terza moglie, che secondo le cronache dell'epoca lo tradiva sistematicamente e lo raggirava a suo piacimento. Lo scandalo animava il pettegolezzo di tutta Roma duemila anni fa, e lo stesso accade ancora oggi: le vicende di uomini ricchi e in là con gli anni che si accompagnano a giovani donne attraenti ed arriviste sono spesso al centro del gossip contemporaneo.
Un testo che gioca con ironia anche sul tema del finto perbenismo e del "politicamente corretto" a tutti i costi che imperversa nella nostra società. Lo spettatore a tratti potrebbe trovarsi un po' spaesato, ma alla fine ogni tassello sarà ricomposto e ogni dinamica avrà la sua soluzione, probabilmente diversa da quella ritenuta più prevedibile e normale. Del resto, chi può dire che cos'è davvero la normalità?