Saturday 20 Apr 2024

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TeatroRoncade

Anno di fondazione: 1996
Presidente: Stefano Risato
Indirizzo: Piazza R. Menon, 6 - 31056 Roncade (TV)
Telefono: -
Facebook: TeatroRoncade
E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Sito web: www.teatroroncade.org
Referenti: Alberto Moscatelli - 345 8264936

Spettacoli disponibili


ISPETTORE GENERALE
da Nikolaj Vasil'evič Gogol'

Regia di Alberto Moscatelli

Tipo di teatro: commedia, lingua

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Alzi la mano chi non ha mai imbrogliato almeno una volta in vita sua! A tutti (o quasi!), prima o poi, capita di trovarsi dalla parte sbagliata. L'importante è non venire scoperti. Ma se si viene scoperti? Che cosa si fa? Come ci si comporta? Questo è ciò che accade ai grotteschi e spassosi protagonisti della commedia "Ispettore Generale". I corrotti abitanti di una piccola sperduta cittadina di provincia vengono improvvisamente ridestati nella loro goffa quotidianità di disonesta prevaricazione, dalla notizia dell'arrivo di un Ispettore Generale. In realtà l'Ispettore Generale altro non è che un giovinastro squattrinato che si renderà gradualmente conto di essere stato scambiato per una importante personalità e deciderà quindi di approfittare della situazione a suo vantaggio. Una simpatica e divertente commedia degli equivoci dove nulla è come sembra, ma anche una ironica sagace e feroce critica al malcostume della nostra società.

ELCANDEGESSO
di Giuliano Bozzo

Regia di Alberto Moscatelli

Tipo di teatro: commedia, dialettale

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Commedia brillante che esalta un ricco tourbillon di personaggi ben caratterizzati e colorati nelle loro molteplici sfaccettature: la moglie Adele, saggia ma ironica, il figlio Piermaria, impegnato e altruista, la figlia Marinamaria "chic & snob", una colf "rock & roll", una suocera scaltra e divertente, un fratello "love & peace"... ma soprattutto lui, "Elcandegesso"... cercheranno di tener testa ad un Giansilvio che rappresenta con più o meno eccessi l'italiano medio che alberga in ognuno di noi. Giansilvio Berlani è un manager cinquantenne tutto d'un pezzo impiegato da trent'anni in una grossa azienda che a seguito di una fusione estera non esita a sostituirlo. Ma lui, uomo borioso e arrogante, che sino ad allora aveva denigrato i poareti nullafacenti come il fratello, le frequentazioni poco consone dei figli e la poco rappresentativa professione di parrucchiera della moglie, non si preoccupa troppo, ritenendosi comunque molto appetibile per il mercato, forte dei suoi investimenti fatti negli ultimi anni che gli garantiscono un sereno futuro. Ma... la dura realtà sarà un'altra! Solo la forza trascinatrice della moglie, la ritrovata unione familiare e (perché no?) un colpo di fortuna riusciranno a non far annegare Giansilvio nel burrascoso mare delle sue certezze. Colpi di scena, gag esilaranti e ritmo frenetico non mancano di alternarsi sul palco con lo scopo di farvi divertire senza farvi smettere di pensare.

OTTO DONNE
di Robert Thomas

Regia di Alberto Moscatelli

Tipo di teatro: commedia, giallo, noir

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Commedia? Giallo? Noir? Dramma? C'è un po' di tutto, condito da un sano divertente umorismo, nella vicenda di queste Otto donne che ruotano intorno alla vita del padrone di casa, Marcel, trovato morto nella propria camera da letto, mentre tutta la famiglia si stava preparando per festeggiare il Natale. La Moglie, le Figlie, la Cameriera, la Governante, la Cognata, la Suocera, la Sorella... tutte hanno un movente! Ma una forte nevicata e i fili del telefono tagliati impediscono ogni contatto con l'esterno. Bloccate in casa, sono costrette a fronteggiarsi e giustificarsi le une con le altre. Una serra di fiori che si riveleranno per lo più carnivori, una sorta di convento di clausura nel quale rancori e rivalità si rivelano attraverso stilettate dolci e letali, svelando la fragilità di un groviglio di rapporti interpersonali. L'intrigo giallo si frantuma sotto il peso dei silenzi e dei sottintesi non meno che delle incessanti rivelazioni. Regnano il sospetto e la diffidenza... Le ore passano, le ipotesi si susseguono... Un finale a sorpresa, un mistero tutto da scoprire e da seguire attraverso bugie, segreti celati e svelati, che trasmettono allo spettatore un turbinio di alternanti emozioni comiche, grottesche, drammatiche.

NO TE CONOSSO PIU'
di Aldo de Benedetti

Regia di Alberto Moscatelli

Tipo di teatro: dialetto, brillante

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Nella Treviso negli anni '60, in casa Malipieri, ambiente apparentemente sereno e tranquillo, è scoppiato il dramma: Luisa non riconosce più il marito Paolo e, ritenendolo un intruso, lo vuole cacciare di casa. Il professor Pierferdinando Spinelli, medico psichiatra, diagnostica un vuoto di memoria che si spera limitato nel tempo. Ma la guarigione non sarà così immediata- Le cose si complicano ulteriormente con l'arrivo dall'Inghilterra dell'invadente zia Clotilde, esuberante scrittrice inglese, e di sua figlia Evelina. Tra un equivoco e l'altro, marito, moglie e dottore si ritrovano ad analizzare le loro condizioni - rispettivamente di marito, moglie e scapolo - e, più in generale, il significato ultimo del matrimonio. Ma quando ormai sembra tutto risolto ed il sipario già sta calando, arriva sul pubblico il colpo di scena finale. Con uno stile secco e pungente, viene analizzata e portata alla ribalta la crisi della borghesia e dei suoi riti famigliari, denunciando il vuoto di passione e sentimenti che l'esteriorità perfetta del rapporto di coppia tenta inutilmente di nascondere. Questa commedia, scritta originariamente da Aldo de Benedetti nel 1932, viene qui riproposta in una inedita traduzione in dialetto trevigiano a cura di Gigi Mardegan.

FOTOCOPIE
di Sara Beinat

Regia di Francesco Marta

Tipo di teatro: commedia, lingua

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Una stanza. E cinque sconosciuti. In attesa. Di chi? Di un non meglio definito esaminatore, che dovrà intervistare ognuno di loro per verificarne l'idoneità ad essere assunti nell'azienda. Una scena comune. Meno comune è quanto accade dopo: una situazione studiata ad arte per creare nei candidati dapprima imbarazzo, quindi disagio e destinata infine a cadere, complici le inusuali richieste dell'esaminatore, in un gioco al massacro. Sotto l'imperturbabile occhio dell'esaminatore, al ritmo scandito dal suono meccanico della grande fotocopiatrice che - neanche a dirlo - incombe con la sua massiccia presenza su di loro, i cinque candidati sono costretti a rivelare i loro veri volti. Oltre alla maschera di compostezza e serietà che la maggior parte di loro cerca di mostrare, il ritmo sempre più frenetico del colloquio di lavoro li porterà a rivelare difetti, ossessioni, piccole manie e grandi debolezze. Tutto per un posto di lavoro da fotocopiatore. Fotocopie illumina di una luce grottesca le dinamiche dei colloqui di lavoro e le tecniche di selezione del personale, soffermandosi non tanto sull'assurdità delle domande quanto sulla parvenza di normalità conferita alle risposte. In un momento in cui anche un impiego umile diventa desiderabile, non è scontato chiedersi fino a che punto si è disposti ad arrivare per ottenerlo.