Nelle fredde sere d'inverno, dopo una giornata di lavoro, i nostri nonni si ritrovavano nelle stalle delle fattorie. Qui, i corpi degli animali donavano un po' di tepore, giusto quello che bastava per riuscire a sedere e scambiare qualche chiacchiera con i vicini: era il "filò". E via! La fantasia era libera di correre fra i segreti del bosco e le oscure grotte, giù fin nelle valli. A far loro compagnia streghe, salbanei e anguane. Senza tralasciare più importanti fatti di cronaca dell'epoca: come fare per trovar marito e le ultime marachelle dei ragazzini del paese. "Storie de stì ani" ci trasporta in un mondo che non c'è più, ma che riesce magicamente a rivivere attraverso le parole e i canti di quel tempo lontano. Grazie ad un attento recupero filologico, le storie più belle e suggestive che venivano raccontate nei paesi dell'Alto Vicentino vengono riproposte oggi. La forza dello spettacolo non è solo offrire un documento storico, ma ricreare lo spirito e la forza comunitaria del filò. Accanto alla parola, soprattutto in dialetto, la musica popolare, quella che, allora come oggi, riusciva a far cantare chi non era cantante e ballare chi non era ballerino. Ma saranno poi davvero così lontane le "Storie de 'sti ani"?
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