Thursday 04 Jul 2024

You are here Fita Veneto Pieno successo per il congresso Fita Veneto: come scegliere un testo | IL VIDEO

Pieno successo per il congresso Fita Veneto: come scegliere un testo | IL VIDEO

Pubblico molto numeroso e vivo interesse al congresso regionale 2014 di Fita Veneto, svoltosi domenica 19 ottobre al Teatro Modernissimo di Noventa Vicentina. Particolarmente stimolante il tema proposto - "La scelta di un testo" - ed estremamente apprezzato il taglio concreto dato dai relatori ai propri interventi, che si sono rivelati fonte di preziosi consigli pratici per le compagnie e di stimolanti spunti di riflessione. A succedersi al microfono, coordinati dal presidente Fita Veneto Aldo Zordan e

dopo il saluto dell'assessore comunale alla Cultura Lisa Benatello (che ha sottolineato il significato del mondo amatoriale per il territorio), sono stati il drammaturgo Luigi Lunari, la direttrice artistica della Fondazione Teatro Civico di Schio Annalisa Carrara, il critico Franco De Maestri, l'informatico Paolo Canova, il responsabile dei rapporti Fita/Siae Giunio Lavizzari e il formatore Donato De Silvestri.
La giornata - organizzata grazie alla preziosa collaborazione della compagnia noventana Amici del Teatro "Dino Marchesin" - è stata arricchita da una bella mostra di locandine e si è conclusa, dopo il pranzo, con un'interessante visita alla cinquecentesca Villa Barbarigo, piacevolmente condotta dal prof. Carlo Alberto Formaggio.

 

 


LE RELAZIONI SU "LA SCELTA DEL TESTO"
L'argomento è stato preso in considerazione sotto i più diversi punti di vista, da quello artistico a quello promozionale, passando attraverso la ricerca di un copione nel web, la sua gestione all'interno delle compagnie, la sua considerazione da parte della critica di settore e considerando anche, naturalmente, la sempre delicata questione della tutela da parte della Siae.

Luigi Lunari: «Non paralizzatevi nel manierismo»
Ad un'assoluta libertà di scelta ha invitato il drammaturgo Luigi Lunari, consulente artistico di Fita Veneto. «Naturalmente - ha esordito - ogni compagnia (come ogni attore) ha le sue corde e dà il meglio di sé in un genere piuttosto che in un altro. Ma la scelta di un genere non deve essere una schiavitù. Certi attori si paralizzano in un genere e spesso cadono nel manierismo, vinti dal desiderio di compiacere sempre il proprio pubblico e di non perderne il favore». Contro questa "schiavitù", Lunari ha insistito: «Auspico una maggiore elasticità e la voglia di fare scelte che sorprendano, senza adagiarsi in titoli sicuri: una tendenza, questa, propria soprattutto dei professionisti». Ribadendo una sua radicata convinzione, il drammaturgo ha lanciato una provocazione: «Il teatro professionistico non rischia e questo lo porterà alla catastrofe. Tutto sta crollando, come una torre di Babele che però non si disgrega dall'alto ma dal basso: assistiamo - in Italia, in Europa e nel mondo - ad una ribellione sempre più forte. La crisi? Ci darà degli inconvenienti, ma magari scenderemo di più nei valori delle cose e, per me, questo porterà tra l'altro alla fine del teatro professionistico e all'arrivo ad una totale amatorialità, nel senso che si sostituirà l'interesse fine a se stesso a quel piacere del fare proprio del mondo amatoriale».

Annalisa Carrara: Criteri di scelta, come promuoversi e consigli
Figlia e nipote d'arte - discende dai Carrara e dai Laurini, nomi storici del teatro viaggiante -, Annalisa Carrara è stimata esperta di organizzazione teatrale, direttrice artistica di quella Fondazione Teatro Civico di Schio che ha saputo diventare esempio di teatro condiviso, coinvolgendo il pubblico e il territorio in un ruolo attivo. Particolarmente atteso, dunque, il suo intervento, che ha mantenuto in pieno le attese, offrendo utili indicazioni pratiche a chi si occupa della promozione della propria compagnia e, più in generale, stimolanti elementi di riflessione per orientare efficacemente le proprie scelte artistiche.
«Ogni giorno - ha esordito - arrivano (sempre più in via telematica, sempre meno in cartaceo) decine di proposte di spettacolo, che vengono archiviate in un apposito file che si va a consultare nel caso di un progetto specifico. Tra le proposte che arrivano a me - ha sottolineato - pochissime sono di compagnie amatoriali». Spesso - ha proseguito - a queste informazioni non c'è un seguito, perché «la programmazione tende a seguire sentieri che incontrano la risposta del pubblico: ma questo non significa appiattire l’intera programmazione in una proposta sfacciatamente commerciale ma essere consapevoli che per portare al successo una programmazione è necessario conoscere il proprio pubblico soddisfarlo e riorientarlo su proposte nuove e meno conosciute. Ricordo - ha continuato - che il teatro è un media non un mass media: i pubblici sono diversi a seconda dei teatri, dei luoghi, dell’allenamento cui hanno partecipato». Quanto conta il pubblico, allora? «Per me moltissimo. Oggi a teatri vuoti non si va avanti». .
Passando alla promozione di uno spettacolo, preziose le sue indicazioni: individuare le piazze rispetto alle proposte (documentarsi su chi programma e cosa programma; costruirsi una mailing list dei teatri, degli operatori, dei programmatori dei Comuni; proporre newsletter stabili ma non invadenti; utilizzare i social network; selezionare il contatto rispetto alla proposta; effettuare un recall all'organizzatore dopo la replica, per avere un'informazione oggettiva su come è andata. E ancora, avere grande cura dei materiali promozionali dello spettacolo, essere seducenti nella comunicazione, innovativi.
Quanto al "cosa mettere in scena", Annalisa Carrara ha dichiarato: «Ovviamente il titolo conta, perché è il primo contatto con il prodotto. Quando è conosciuto è più facile aprirsi delle porte e quando si programma, fra le tante opzioni, vi è proprio quella rappresentata dai titoli, un indicatore su cui il pubblico fa la propria scelta».
Particolarmente interessanti, alcuni consigli rivolti alle compagnie, tra i quali quello di «pensare a dei progetti, da soli o in rete con altri soggetti, o coinvolgendo una rete di Comuni su qualche tema specifico, su qualche peculiarità della storia di quella città, di quel luogo, legandosi magari al microturismo culturale».
Infine, un invito: «Siate orgogliosi e umili. Andate a teatro: più vedete e più crescete. Rappresentate la passione per il teatro: alimentatela senza riserve».

Franco De Maestri: «Un testo è come un regalo»
Del testo "indovinato" ha parlato il critico De Maestri: «Lo penso un po' come un regalo: chi lo riceve dovrebbe veder soddisfatte le proprie attese, mentre spesso chi lo fa pensa a cosa vorrebbe ricevere lui». Nella scelta occorre dunque «raggiungere un equilibrio fra un testo che ci piaccia, che sia adatto alla nostra compagnia e che possa soddisfare il pubblico». Ciascuno di questi tre elementi deve essere considerato con la dovuta attenzione e trovare, esso stesso, un proprio equilibrio, senza cedere - ad esempio - alla tentazione di compiacere sempre e comunque il pubblico o se stessi. Certo, il cambiamento comporta dei rischi, ma non per questo bisogna evitarlo a priori. Al riguardo, De Maestri ha portato una propria esperienza personale in veste di regista: «Con la mia compagnia, anni fa operavamo solo nel brillante. Poi ho deciso di mettere in scena 'Aspettando Godot' di Beckett: metà del nostro pubblico ha detto che non sarebbe più venuto a vederci, l'altra metà si è detta entusiasta. Con quello spettacolo abbiamo fatto ottanta repliche, arrivando anche all'Olimpico di Vicenza. Evidentemente avevo percepito un'esigenza da parte del pubblico», collocata in equilibrio con il testo giusto e una compagnia pronta ad accettare la sfida.

Canova e Lavizzari: come muoversi nel web e con la Siae
Paolo Canova per la ricerca di un copione nel web e Giunio Lavizzari per le problematiche legate alla tutela dei testi (traduzioni e rimaneggiamenti compresi) sono stati i protagonisti degli interventi più strettamente "tecnici" della mattinata al Modernissimo.
Ricerca copioni. Canova ha offerto al pubblico una chiara spiegazione di come procedere concretamente ed efficacemente nell'utilizzo dei più diffusi motori di ricerca a disposizione (in particolare Google) ed ha indicato una serie di siti particolarmente utili per chi cerchi copioni teatrali, da quelli gestiti da compagnie, come www.gttempo.it, a progetti specifici come www.books.google.it e www.liberliber.it, dalla biblioteca della Siae (www.burcardo.it) a quella della stessa Fita Veneto, che consente alle compagnie di visionare le schede dei copioni per poi richiederne il testo, in caso di interesse, alla Segreteria della Federazione.
Autorizzazioni e diritti. Quanto ai diritti sui testi, Lavizzari ha ricordato la regola di base: «A non essere tutelati - e quindi a poter essere utilizzati senza problemi - sono i testi di 'pubblico dominio' perché opera di autori morti da più di 70 anni (salvo casi particolari, come la questione Pirandello) e quelli opera di autori non iscritti alla Siae. Tutto il resto è tutelato». Nel caso dunque di testi tutelati occorre sapere cosa fare. «Il mio consiglio - ha sottolineato Lavizzari - è inviare una mail ad Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , l'esperto che si occupa dei rapporti tra la Siae e il mondo amatoriale. Chiedetegli quello che volete sapere: se un certo testo è tutelato, se ci sono diritti di traduzione e via dicendo». Naturalmente, la richiesta di un'eventuale autorizzazione all'uso di un testo è più semplice se l'autore è italiano, e nel trovare un contatto con lui la stessa Siae può essere utile. Con un autore straniero la questione si fa più complicata, ma anche in questo caso basta sapere come agire. Particolarmente complessa è infine la questione delle agenzie che possono detenere i diritti di un testo e avere posizioni molto diverse.
Certo - ha proseguito l'esperto - la situazione della tutela dei diritti anche nel nostro Paese è in una fase piuttosto complessa, i rapporti con la Siae talvolta non sono così facili e i problemi non mancano: «Anche per questo - ha concluso Lavizzari - stiamo cercando di arrivare ad un accordo tra Siae e Fita, che consenta una sorta di 'permesso generale' alle compagnie amatoriali».

Donato De Silvestri: motivazione e condivisione
Brillante ed efficace come sempre la relazione di Donato De Silvestri invitato, nella sua duplice veste di "teatrante" e di formatore, a proporre una riflessione e utili consigli per la gestione di un testo all'interno della propria compagnia.
Rifacendosi alle teorie di Susan Harter, De Silvestri è partito dal concetto di "sfida ottimale", tale cioè da essere più difficile di quanto tentato in precedenza ma non così tanto da frustrare in partenza la voglia di mettersi alla prova. A questo punto, l'esperto ha proposto un parallelo tra la scelta di un testo teatrale e quella di una vacanza. Le possibilità, ha detto, sono essenzialmente due, ciascuna con vantaggi e svantaggi. La prima è quella di optare per "il solito": meno rischi nei confronti del pubblico e al proprio interno, ma possibili difficoltà a trovare copioni sempre all'altezza e alla fine di annoiare e annoiarsi. La seconda è quella di tentare "nuovi lidi", scelta stimolante e vivificante ma certamente meno agevole e potenzialmente in grado di far emergere inadeguatezze e tensioni.
Come superare il problema? Per De Silvestri occorre agire su alcuni elementi chiave: la motivazione del gruppo, che deve arrivare a desiderare il cambiamento, evitando la noia del troppo facile e l'ansia del troppo difficile; il coinvolgimento dello stesso, che non deve trovarsi a subire le scelte imposte da uno solo (optando quindi per una progettazione partecipata); la conoscenza delle proprie possibilità, affinché il cambiamento sia possibile; e ancora, se necessario, il potenziamento delle proprie forze, con un percorso di formazione.
«Il copione adatto in assoluto non esiste - ha concluso De Silvestri -, perché va meditato, avendo una chiara gestione del rischio ma conservando il senso dello stupore, esponendosi gradualmente, condividendo le scelte, vivendo il senso del gruppo, ottimizzando ciò che si sa fare e, soprattutto, non perdendo mai il senso del gioco».

Aldo Zordan: «Il nostro ruolo, tra cultura e società»
Presentando il 28° annuario Fitainscena, il presidente Aldo Zordan ha proposto un'istantanea su Fita Veneto, sulla sua consistenza numerica, sul suo peso in termini di compagnie e produzioni e, soprattutto, sul suo ruolo: «Professionisti e amatoriali - ha sottolineato Zordan - vivono il teatro in maniera diversa e con diverse funzioni: i professionisti hanno un ruolo in ambito culturale ma nel contempo guardano all'imprenditorialità; il nostro ruolo è invece orientato sia alla cultura sia al sociale, perché è grazie a noi che il teatro arriva anche là dove - per motivi imprenditoriali, appunto - i professionisti non arrivano e dove senza di noi la diffusione della cultura e della pratica teatrale sarebbe esclusa».
Partendo da questa considerazione di fondo, il presidente Zordan ha illustrato la realtà della federazione regionale, la più forte in Italia in ambito Fita. Nella sua relazione annuale, un'analisi attenta di problematiche, progetti, luci e ombre nei rapporti con il territorio, con le Istituzioni e il mondo della scuola e soprattutto un forte richiamo alla partecipazione e alla condivisione di proposte da parte degli iscritti, humus vitale essenziale dell'associazione.

La relazione del presidente Aldo Zordan (file PDF)